Avv. Davide Di Muzio
Dopo la Direttiva europea 2007/64/CE, che ha fornito la base per la creazione di un mercato interno dei pagamenti nell’UE, è stato emanato il 29 aprile scorso, su proposta della Commissione europea, il Regolamento 2015/751 avente ad oggetto le operazioni di pagamento “basate su carta”.
In particolare il Parlamento europeo ha ritenuto indispensabile che gli esercenti, i consumatori e le imprese – ossia tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni di pagamento eseguite con carte di credito/debito – possano godere di un mercato interno caratterizzato da pagamenti elettronici efficienti, competitivi e sicuri.
Naturalmente, perché ciò accada, occorre che siano disponibili le risorse economiche necessarie per investire nella sicurezza e nell’innovazione di queste forme di pagamento.
Per questo motivo, sino ad oggi, in assenza di normative comunitarie in tale ambito, alcuni Stati membri hanno adottato normative interne volte a disciplinare le commissioni interbancarie applicate alle transazioni con mezzi di pagamento elettronici.
Le commissioni interbancarie sono la remunerazione, il corrispettivo che, in ciascuna transazione con carta, l’acquirer (ossia la Banca che fornisce all’esercente i mezzi ed il servizio per l’accettazione dei pagamenti elettronici) paga all’issuer (ossia la banca che ha emesso la carta di credito/debito utilizzata per il pagamento).
Questo è lo schema classico e più diffuso dei sistemi di pagamento con carte elettroniche, detto “a 4 parti”, rappresentate appunto dal compratore, dall’esercente e dai due prestatori di servizi, l’uno erogante la carta di pagamento (issuer) e l’altro erogante i servizi per l’accettazione dei pagamenti con carta (acquirer).
Ebbene, l’importanza delle commissioni interbancarie viene dalla loro funzione di “bilanciamento” dell’intero circuito dei pagamenti elettronici, assicurando che gli esercenti paghino il giusto corrispettivo per i benefici che traggono dall’accettare pagamenti degli acquisti con carte di credito/debito, quali l’ampliamento della propria base di clienti, anche per le possibili vendite on-line con conseguente incremento delle operazioni, la garanzia di pagamenti rapidi e sicuri oltre al risparmio derivante dalla riduzione dei costi della gestione del denaro contante.
È interesse, quindi, di tutti i soggetti coinvolti nell’uso delle carte, regolamentare le commissioni interbancarie affinchè siano adeguate, da un lato, a remunerare gli acquirers ed al medesimo tempo non siano troppo elevate, onde massimizzare lo sviluppo dei pagamenti elettronici da parte degli esercenti, che concretamente sostengono l’onere del pagamento di tali commissioni.
In questo contesto si colloca il Regolamento UE 2015/751, che stabilisce un cap (tetto) alle commissioni interbancarie, al fine del maggiore efficientamento del mercato interno dei pagamenti elettronici, della garanzia di una concorrenza migliore tra gli operatori, nonché per l’applicazione più uniforme delle commissioni.
Si prevede che anche i consumatori trarranno vantaggio dalla fissazione del livello massimo (cap) delle commissioni interbancarie, in quanto si scommette sulla loro riduzione, con minori oneri a carico degli esercenti, e conseguente risparmio per i consumatori, per effetto della riduzione dei prezzi al dettaglio.
Da qui la fissazione del cap dello 0,2%, quale tetto massimo per le commissioni interbancarie relative alle operazioni di pagamento con carta di debito e dello 0,3%, quale tetto massimo per quelle relative alle operazioni eseguite con carta di credito.
Quanto alla disciplina transitoria, il Regolamento entrerà in vigore dal 20esimo giorno dalla sua pubblicazione nella G.U. dell’Unione Europea, avvenuta il 19 maggio 2015: si applicherà, quindi, dal prossimo 8 giugno 2015, con l’eccezione degli artt. 3 e 4 ossia proprio delle norme che fissano i cap delle commissioni interbancarie per le operazioni di pagamento con carte di debito/credito, che si applicheranno dal 9 dicembre 2015.
Quanto al confronto del regolamento con le precedenti esperienze nazionali (Spagna, Australia e Stati Uniti), esse destano qualche perplessità sul fronte degli oneri a carico dei consumatori.
In quelle esperienze i risultati non sono stati quelli sperati dalle autorità europee, ma il contrario: gli issuer per compensare la perdita di guadagno derivante dalla limitazione dei cap delle commissioni interbancarie applicate, hanno infatti applicato condizioni economiche più onerose per i consumatori, con il risultato che, anziché diminuire, sono aumentati i costi delle carte di credito/debito a loro carico
Ciò ha portato ad una duplice conseguenza negativa: da un lato, la tendenza ad un minor utilizzo dei pagamenti elettronici; dall’altro, l’aumento del fenomeno dei c.d. unbanked, ossia del numero delle persone che non possono sostenere i costi bancari (in particolare negli Stati Uniti) i quali, come detto, anziché diminuire, sono aumentati.
Vedremo, il dibattito quindi è aperto, ma si tratta di verificare ora il comportamento sul mercato degli operatori.
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