I tempi di pagamento della pubblica amministrazione stanno gradualmente riducendosi, ma siamo ancora lontani dai trenta giorni (sessanta nella sanità) previsti dalle regole europee.
Nel 2016, secondo gli ultimi dati forniti dal Mef (settembre 2017), i termini medi di pagamento degli uffici pubblici sono stati di circa 58 giorni, con un ritardo medio di 16-18 giorni.
Trattandosi di medie, accanto ad enti pubblici virtuosi che rispettano le scadenze fissate dalla legge, ve ne sono altri (Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e Asl), che continuano ad accumulare gravi ritardi nei pagamenti.
Certo, non ci troviamo nella situazione del 2013, quando a fronte di un debito commerciale di circa 90 miliardi, i mancati pagamenti alle imprese avevano raggiunto livelli intollerabili, ma tuttavia, accanto alla pressione del Governo e della Ragioneria dello Stato, resta sempre attuale l’iniziativa del singolo creditore privato per il recupero in via giudiziale del credito, il quale non può certo attendere che il sistema di monitoraggio dei pagamenti (il sistema SIOPE con l’aggiornamento SIOPE + in vigore dal 2018) e la fatturazione elettronica producano i loro effetti.
La rinnovata edizione del Codice, oltre a rappresentare la cornice legale del patrimonio e del debito della pubblica amministrazione dal punto di vista del diritto sostanziale, mira ad essere uno strumento per scegliere e coltivare il rimedio processuale più adatto in rapporto al credito, alla natura del debitore pubblico e dei beni da aggredire.
Particolarmente approfondita la parte sul demanio, il patrimonio pubblico ed il sistema della Tesoreria unica, nonché sull’espropriazione forzata dei crediti dello Stato e degli enti territoriali, locali e sanitari presso le rispettive Tesorerie.
Al doveroso riferimento ai mezzi per il recupero dei crediti per indennizzi derivanti dalla lunghezza dei processi in relazione alla c.d. Legge Pinto, attraverso il pignoramento contabile, si affianca la trattazione dell’esecuzione in forma specifica e dell’esecuzione forzata degli obblighi di fare e non fare.
La parte sulle c.d. esecuzioni civili è seguita da una approfondita trattazione del procedimento di ottemperanza amministrativa, che si pone quale efficace alternativa alle esecuzioni civili. Particolare attenzione è stata inoltre riservata all’ottemperanza tributaria.
Costituiscono un arricchimento ed un completamento rispetto alla prima edizione del Codice del 2009 gli ultimi due capitoli della parte V del Codice: il primo dedicato all’esecuzione in Italia delle sentenze dei giudici stranieri e della CEDU ed il secondo a quelle della Corte di Giustizia UE, casi sempre più frequenti nel nostro ordinamento, ormai informato al pluralismo giurisdizionale.
Come di tradizione nella collana dei Codici del Professionista, ciascun capitolo si articola in tre sezioni: la prima di inquadramento dottrinale e giurisprudenziale dell’istituto, la seconda strutturata in “domande e risposte” per gli interrogativi della pratica e la terza di arricchimento con l’inserimento delle “formule” più tipiche.
Completa il quadro, l’indice analitico.
Antonio Donvito